giovedì 5 gennaio 2012

Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico

Un dottore della legge interroga Gesù, chiedendogli: chi è il mio prossimo? Gesù gli risponde:
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso»
La parabola de buon samaritano lancia messaggi fortissimi, che restano attuali anche oggi e lo saranno domani. E che arrivano con una forza rivoluzionaria enorme. Tanti anni fa iniziai a rifletterci sopra. E da allora non mi ha mai abbandonato, ricca di significati e insegnamenti. Gesù è là, su quella strada, in terra nella persona dell'uomo aggredito e contemporaneamente nel cuore del samaritano.
Ma tutti noi siamo al contempo l'uomo per terra, l'uomo che passa indifferente e il samaritano.
Ogni tanto la frase che apre la parabola mi risuona in testa, si presenta all'improvviso e ruba la mia attenzione. Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico.
Possiamo ambientare i fatti ovunque, sulla strada da Sorso a Sassari, da Roma a Ostia, ma niente cambia. C'è un uomo, disteso per terra, ferito, e degli altri uomini che gli passano accanto, senza fermarsi. Tranne il terzo, che passando decise di soccorrere l'uomo.
C'è tutto l'essere umano qui. Ci siamo noi, quando nella vita abbiamo un disperato bisogno di aiuto, e sempre noi quando, per paura o indifferenza, non ci chiniamo a soccorrere un altro essere umano in difficoltà. E poi ci siamo noi, gli esseri umani, capaci di gesti rivoluzionari, che hanno la forza di cambiare il destino del mondo e i cuori degli altri uomini.
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. E tutto il resto sembra perdere importanza. Il nostro frenetico andirivieni, la corsa al denaro, la nostra eterna insoddisfazione per i nostri insuccessi o per i successi degli altri.
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. E nessuno si ferma, troppo intento a correre, troppo concentrato a raggiungere i propri obiettivi, nella piccolezza del suo recinto, senza alzare lo sguardo all'infinito, meta del cammino dell'uomo.
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. Proviamo a chinarci su di lui. Proviamo a chinarci su di noi.

Nessun commento:

Posta un commento